C'è chi la domenica va allo stadio a tifare per la squadra del cuore, chi il mercoledì al cinema per vedere l'ultimo film in programmazione, chi a teatro a seguire la commedia dialettale, chi ogni giorno in palestra a prendersi cura del proprio corpo, ma c'è anche chi decide di restare a casa, accende il pc, si collega a Internet e gioca. Seduto virtualmente al tavolo da poker, oppure nella sala bingo o nel più attraente casinò fra una puntatina alla roulette e il più coinvolgente blackjack. E' il gioco online, la nuova frontiera dell'intrattenimento. Non più l'azzardo rovina famiglie, da mettere alla gogna, praticato in fumose bische clandestine popolate da personaggi poco raccomandabili. Qui siamo su Internet, lo spazio-tempo indefinito, o meglio riportato nell'alveo della legalità dalla legislazione italiana attraverso i siti autorizzati con dominio .it. Ogni giorno ininterrottamente migliaia di appassionati di tutti i ceti sociali, dal professionista allo studente, dall'impiegato al padre di famiglia, si divertono a giocare in rete impiegando una parte del proprio tempo libero e con pochi click trascorrono una serata diversa senza dilapidare patrimoni o fortune. Questa é la fotografia che emerge dall'annuale rapporto pubblicato dall' Osservatorio sul gioco online del Politecnico di Milano, coordinato dal professore Andrea Rangone. Venti euro al mese è in media la spesa impiegata dalla massa dei giocatori in rete. Una cifra ragionevole, assimilabile alla spesa mensile per la frequentazione della palestra. Numeri che accostano il gioco online a una delle tante forme di intrattenimento. Se approfondiamo la dinamica del comparto attraverso i numeri si nota come il mercato dell'online gaming vale 735 milioni di euro contro il miliardo dei videogiochi, i 600 milioni del cinema e i 400 del teatro. Tre quarti della spesa è prodotta da giocatori che impiegano in media venti euro al mese. A fronte di una raccolta più che raddoppiata che si attesta a fine 2011 a quasi 10 miliardi di euro rispetto ai 4,8 del 2010, la spesa produce un incremento relativo del 6,6%. La spiegazione risiede nella differenza fra volume di gioco prodotto e restituzione di parte del giocato sottoforma di vincite ai giocatori. Le nuove forme di intrattenimento introdotte a luglio del 2011, poker cash e casinò games, hanno una percentuale di restituzione al giocatore della quota di spesa superiore al 95%. Se si pensa che nella catena del valore del gioco il Superenalotto è quello che ripaga in maniera inferiore i giocatori, solo il 38%, le conclusioni sono presto tratte. I concessionari con l'introduzione dei nuovi giochi hanno sicuramente il vantaggio di un allargamento dell'offerta di gioco, tuttavia scontano l'assottigliamento del margine di guadagno. La struttura del turnover del poker a torneo tradizionale per esempio suddivide la torta in questo modo: 3% allo Stato, 17% al concessionario e l'80% ai giocatori. Invece il poker cash e i casinò games restituiscono quasi il 97% ai giocatori, il resto va allo Stato e le briciole ai concessionari. A conferma di quanto detto, i numeri ergono il poker cash e i casinò games a capisaldi del gioco online. Su 10 miliardi di raccolta infatti l'80% è prodotta da queste due forme di intrattenimento (4,6 miliardi il poker cash, 1,5 i casinò games), la spesa invece ammonta al 40% , ossia su 735 milioni quasi 433 sono stati spesi per poker a torneo, cash, giochi da casinò e skill games in misura inferiore. Gli altri giochi (bingo, concorsi pronostici, gratta e vinci) scontano una modalità di fruizione del prodotto differente, legata al contesto dei punti di raccolta fisici come bar o tabaccherie, oppure una perenne flessione, come i concorsi pronostici e l'ippica, dovuta al cambiamento delle forme di intrattenimento e alla mancata rigenerazione dei vecchi giochi.
mercoledì 14 marzo 2012
Giochi online, intrattenimento garantito
C'è chi la domenica va allo stadio a tifare per la squadra del cuore, chi il mercoledì al cinema per vedere l'ultimo film in programmazione, chi a teatro a seguire la commedia dialettale, chi ogni giorno in palestra a prendersi cura del proprio corpo, ma c'è anche chi decide di restare a casa, accende il pc, si collega a Internet e gioca. Seduto virtualmente al tavolo da poker, oppure nella sala bingo o nel più attraente casinò fra una puntatina alla roulette e il più coinvolgente blackjack. E' il gioco online, la nuova frontiera dell'intrattenimento. Non più l'azzardo rovina famiglie, da mettere alla gogna, praticato in fumose bische clandestine popolate da personaggi poco raccomandabili. Qui siamo su Internet, lo spazio-tempo indefinito, o meglio riportato nell'alveo della legalità dalla legislazione italiana attraverso i siti autorizzati con dominio .it. Ogni giorno ininterrottamente migliaia di appassionati di tutti i ceti sociali, dal professionista allo studente, dall'impiegato al padre di famiglia, si divertono a giocare in rete impiegando una parte del proprio tempo libero e con pochi click trascorrono una serata diversa senza dilapidare patrimoni o fortune. Questa é la fotografia che emerge dall'annuale rapporto pubblicato dall' Osservatorio sul gioco online del Politecnico di Milano, coordinato dal professore Andrea Rangone. Venti euro al mese è in media la spesa impiegata dalla massa dei giocatori in rete. Una cifra ragionevole, assimilabile alla spesa mensile per la frequentazione della palestra. Numeri che accostano il gioco online a una delle tante forme di intrattenimento. Se approfondiamo la dinamica del comparto attraverso i numeri si nota come il mercato dell'online gaming vale 735 milioni di euro contro il miliardo dei videogiochi, i 600 milioni del cinema e i 400 del teatro. Tre quarti della spesa è prodotta da giocatori che impiegano in media venti euro al mese. A fronte di una raccolta più che raddoppiata che si attesta a fine 2011 a quasi 10 miliardi di euro rispetto ai 4,8 del 2010, la spesa produce un incremento relativo del 6,6%. La spiegazione risiede nella differenza fra volume di gioco prodotto e restituzione di parte del giocato sottoforma di vincite ai giocatori. Le nuove forme di intrattenimento introdotte a luglio del 2011, poker cash e casinò games, hanno una percentuale di restituzione al giocatore della quota di spesa superiore al 95%. Se si pensa che nella catena del valore del gioco il Superenalotto è quello che ripaga in maniera inferiore i giocatori, solo il 38%, le conclusioni sono presto tratte. I concessionari con l'introduzione dei nuovi giochi hanno sicuramente il vantaggio di un allargamento dell'offerta di gioco, tuttavia scontano l'assottigliamento del margine di guadagno. La struttura del turnover del poker a torneo tradizionale per esempio suddivide la torta in questo modo: 3% allo Stato, 17% al concessionario e l'80% ai giocatori. Invece il poker cash e i casinò games restituiscono quasi il 97% ai giocatori, il resto va allo Stato e le briciole ai concessionari. A conferma di quanto detto, i numeri ergono il poker cash e i casinò games a capisaldi del gioco online. Su 10 miliardi di raccolta infatti l'80% è prodotta da queste due forme di intrattenimento (4,6 miliardi il poker cash, 1,5 i casinò games), la spesa invece ammonta al 40% , ossia su 735 milioni quasi 433 sono stati spesi per poker a torneo, cash, giochi da casinò e skill games in misura inferiore. Gli altri giochi (bingo, concorsi pronostici, gratta e vinci) scontano una modalità di fruizione del prodotto differente, legata al contesto dei punti di raccolta fisici come bar o tabaccherie, oppure una perenne flessione, come i concorsi pronostici e l'ippica, dovuta al cambiamento delle forme di intrattenimento e alla mancata rigenerazione dei vecchi giochi.
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