La notizia ora è ufficiale. Poste Italiane rinuncia definitivamente all'ingresso nel settore del gioco online ancor prima di avviare la raccolta. Era stato infatti il primo operatore tramite PosteMobile, società controllata del Gruppo, a ottenere una delle 200 nuove licenze rilasciate dallo Stato per l'esercizio della raccolta del gioco a distanza. Le voci trapelavano da un po' di tempo fino a diventare nella giornata odierna di dominio pubblico. Top secret ancora le reali motivazioni che hanno condotto il Gruppo presieduto da Massimo Sarmi a rinunciare a un'importante fonte di diversificazione dei ricavi in un settore dalle forti potenzialità e dalle vaste sinergie con mercati complementari. Tuttavia alcune cause si possono facilmente ipotizzare. In primis il ricorso dell'operatore di gioco Stanleybet il quale ha influito negativamente sull'avvio della raccolta per i concessionari assegnatari di una delle 200 licenze messe a disposizione dallo Stato. Mentre tutti i nuovi entranti si sono prontamente adeguati ai ritardi legislativi affinando le piattaforme di gioco e le modalità di ingresso nel mercato, Poste Italiane è rimasta a guardare lasciando trapelare un velato disinteresse per il settore. A tutto ciò ha sicuramente contribuito il forte diniego da parte dei media e dell'opinione pubblica sull'ingresso del Gruppo in un settore nettamente opposto al tradizionale business delle Poste, da anni ormai culla del risparmio degli italiani. In particolare l'autorevole Corriere della Sera in un suo articolo di novembre ha aspramente criticato la strategia intrapresa sostenendo l'evidente contraddizione fra il business consolidato e la sbagliata "smania di diversificare" in un settore del tutto fuori luogo. A questo punto l'interrogativo principale è: che cosa farà Poste della licenza acquisita e come rientrerà dall'investimento di 350mila euro effettuato? Certamente la prima opzione è la vendita della stessa dato che ormai è un dato certo la rimuncia del Gruppo all'ingresso nel mercato. Staremo a vedere gli sviluppi di questa vicenda augurandoci che le Poste possano continuare a operare per il bene del Paese nel loro business tradizionale e per la crescita nei mercati di riferimento.
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