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Un tavolo di poker online nella variante no limit texas hold'em |
Il 2 settembre del 2008 sul sito online di Gioco Digitale (oggi la piattaforma è GD poker in seguito alla fusione con l'operatore internazionale Bwin) si gioca il primo torneo di poker online in Italia. Ventisei giocatori pagano un biglietto d'ingresso dell'importo di un euro per aggiudicarsi gli 8,64 euro messi in palio dal primo posto. Da quel giorno è scoppiato il boom del poker online e la crescita è stata inarrestabile fino a oggi. Il settore del poker, che rientra nel più ampio segmento dei giochi di abilità a distanza (skill games), ha raccolto in due anni circa 4,6 miliardi di euro. Una cifra spaventosa se pensiamo che il plurisecolare Gioco del Lotto raccoglie annualmente 6 miliardi ed è il gioco più conosciuto e praticato dalla popolazione italiana. Come detto il primo operatore ad offrire il poker online è stato Gioco Digitale, seguito a breve dal network Microgame, Lottomatica e Leonardo Service Provider (LSP). Entrano poi a cascata nel mercato italiano gli altri grossi operatori internazionali e italiani, Bwin dapprima e poi Snai, Sisal, Cogetech ed Eurobet che insieme condividono la stessa piattaforma di gioco riunite nel circuito di Playtech. Solo a marzo e maggio del 2009 fanno il loro ingresso Pokerstars il più grande operatore mondiale di poker con circa 30 milioni di conti gioco attivi, e Partypoker, il secondo grande operatore con testimonial del calibro di Francesco Totti e Giancarlo Fisichella. In attesa dell'entrata degli altri grandi colossi del gaming online Full Tilt ed Everest non appena il mercato del poker si evolverà nella variante cash accanto a quella attuale a torneo. Se proviamo a dare uno sguardo ai numeri del fenomeno del quale ci stiamo occupando riusciremo a valutarne interamente la sua portata. Come su anticipato la raccolta fino a oggi si attesta a 4,6 miliardi di euro con un introito per le casse dello Stato di 139 milioni derivante dalla tassazione. A questo bisogna aggiungere che il poker è il gioco più redditizio per i giocatori in quanto restituisce almeno l'80% dell'importo giocato, al contrario per esempio del Superenalotto che ne restituisce meno del 40%. Gli italiani spendono approssimativamente ogni giorno 9 milioni di euro nei mesi invernali che scendono a 8 nei mesi estivi per effetto delle vacanze fuori di casa. Ogni giocatore spende in media 6 euro per una partita, meno del biglietto di una partita di calcio, all'incirca il costo di una serata al cinema. La differenza risiede in sostanza sul numero dei tornei giocati nelle varie poker room autorizzate dallo Stato. Nel 2010 si sono giocati più di 100 milioni di tornei con la raccolta record di gennaio che si attesta a 290 milioni di euro circa. I giorni e le ore preferiti per giocare sono evidentemente quelli serali del week-end in concomitanza con il riposo settimanale e l'offerta da parte delle poker room dei grossi tornei con montepremi milionari a cui ci si può qualificare con pochi euro dai cosiddetti tornei satellite. Per concludere ovviamente diamo uno sguardo alla classifica della raccolta per operatore di gioco. I numeri danno credito alla tesi secondo cui i primi ad entrare nel mercato acquisiscono un vantaggio competitivo sugli altri. Fa eccezione l'operatore Pokerstars forte del suo marchio a livello internazionale, di una politica di marketing aggressiva nei confronti dei concorrenti e dell'organizzazione dei maggiori tornei online e del circuito live come l'EPT (European poker tour) e l'IPT (Italian poker tour). Microgame detiene lo scettro con una quota del 28,2% e una raccolta di 1,24 miliardi, al secondo posto si piazza il network Gioco Digitale/Bwin che detiene una quota del 25% con una raccolta di 1,1 miliardi. Al terzo posto si colloca in forte ascesa Pokerstars, il quale drena continuamente quote ai concorrenti attestandosi al 14,2% con una raccolta di circa 625 milioni. Infine al quarto posto troviamo il colosso italiano delle lotterie e del lotto, la società Lottomatica con il marchio Poker Club, il quale detiene una quota del 12,5% del mercato con una raccolta di 550 milioni circa. In pratica possiamo notare come i primi quattro operatori si contendono l'80% dell'intero mercato lasciando il restante 20% alle restanti poker room autorizzate dallo Stato. Concludendo si può notare l'emergere di un processo di concentrazione nel florido mercato del poker online, il quale molto probabilmente porterà i piccoli operatori a fare gruppo riunendosi in un unico circuito sull'esempio di Microgame e i grandi operatori entrati in ritardo ad attuare strategie di marketing e di comunicazione adatte a creare una base clienti utile per generare liquidità sufficiente a consolidare la propria posizione in un settore che si sta rivelando altamente competitivo.
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