venerdì 26 novembre 2010

Media e gioco: il legame è vincente?




















Si è concluso ieri a Roma il convegno dedicato al mondo del gaming online, le questioni affrontate sono state differenti e ciascun relatore ha cercato di dare il proprio contributo alle tematiche oggetto di studio. In particolare ritengo che l'intervento di Maurizio Caressa, amministratore delegato del canale PokerItalia24, sia degno di considerazione poichè rivolto non solo agli esperti del settore ma anche a un un pubblico generalista. Egli parla del costante tentativo di divulgare la cultura del gioco in Italia attraverso i mezzi di comunicazione e soprattutto la televisione. Un settore ancora oggi demonizzato  da buona parte dell'opinione pubblica e percepito come pericoloso. Le motivazioni evidentemente risiedono nel fatto che la maggior parte delle persona ritiene il gioco un'attività frivola e poco seria. Una critica a tale visione dettata dal sentire comune mi viene in mente ripensando alle considerazioni pronunciate non molto tempo fa dall'autorevole filosofo e politico Massimo Cacciari, il quale in un precedente convegno sugli aspetti problematici del gioco svoltosi a Milano, va decisamente controcorrente e dà corpo alla sua tesi secondo il quale il gioco: "Spesso viene derubricato a qualcosa che si oppone al serio, ma è serio perché bisogna sottostare alle regole e impegnarsi al massimo perché se si perde, non si tratta solo di soldi, si danneggia l' immagine che abbiamo di noi". Una prospettiva ampiamente condivisibile che abbraccia la sfera culturale, giuridico-sociale  e comunicativa dell'individuo. In questo contesto si inserisce il tentativo di educare a una corretta valutazione dell'attività ludica attraverso l'esperienza televisiva. Il gioco è un momento di intrattenimento al pari di altre attività considerate più nobili e la televisione costituisce il collante fra l'esperienza di gioco online e dal vivo. Caressa dice testualmente: "La caratteristica è la condivisione del gioco come se fosse una community e l'abbiamo portato nella tv". Allo stesso tempo l'ideazione di nuovi format e l'utilizzo dei codici propri del linguaggio televisivo rendono il gioco fruibile non solo agli appassionati, ma anche a un pubblico che si sta lentamente avvicinando a nuova forma di intrattenimento.  I dati di ascolto a loro volta confermano questo trend e lasciano presagire un futuro piuttosto roseo. Continua Caressa: "Siamo a nove mesi di lancio con picchi da 1 milione di contatti unici e media di 700.000 al giorno. Il cliente medio è maschio ma anche le famiglie vedono il canale insieme nei tornei col commento meno tecnico". Indubbiamente la sorte del gioco è legata a doppio filo ai media e se si pensa che in America il poker texas hold'em è il secondo sport più seguito in tv, le conclusioni sono presto fatte. Le potenzialità sono enormi e conducono a benefici per tutti gli attori protagonisti della filiera del gioco (giocatori, concessionari, pubblico, istituzioni, media company) e per i settori non direttamente coinvolti nel business. Allo stato attuale e per concludere il poker sembra essere il gioco dalle potenzialità maggiori, ma non è esclusa l'ideazione di nuovi format di intrattenimento legati ad altri giochi. I cambiamenti culturali, l'adeguamento della normativa e il giudizio insindacabile del pubblico sanciranno il successo o meno dei prossimi sviluppi.

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