Si sono concluse trionfalmente le Wsop 2010, per la prima volta abbiamo avuto il piacere di avere un italiano al tavolo finale e la possibilità, fino a pochi giorni orsono impensabile, di assistere in diretta televisiva all'evento di poker più importante dell'anno. Finita l'ubriacatura da evento e l'emozione collettiva per le gesta del nostro connazionale piazzatosi degnamente a un passo dal podio, la parola passa ai media, i quali da circa due anni a questa parte trattano il fenomeno poker in maniera eterogenea. Ascoltando i servizi dei principali tg nazionali che hanno riportato la notizia, si intuisce come la trattazione della materia sia differente. Il Tg1 confeziona un servizio chiaramente distorsivo e fazioso, il Tg5 invece inserisce l'impresa di Candio nel contesto degli altri sport cosiddetti minori nei quali la pattuglia italiana si sta facendo apprezzare in tutto il mondo, come per esempio il golf o il tennis femminile. Un giusto riconoscimento dell'aspetto sportivo del gioco del poker e un bel passo avanti rispetto a un servizio mandato in onda due mesi fa in cui si diceva tutt'altro. Ora la domanda da porsi è: che effetto produrrà l'impresa di Filippo Candio nel panorama italiano? é indubbio che le resistenze culturali e sociali nei confronti del poker si stiano progressivamente smontando grazie ad un'attenta opera di educazione del pubblico e di gestione complessiva del fenomeno, tuttavia le distorsioni non mancano. Il poker ha ancora delle difficoltà a liberarsi dall'alone di gioco d'azzardo che lo ha accompagnato per anni e difficilmente si svincolerà fintantochè non ci sarà una visione chiara e comune del fenomeno. La percezione comune del gioco da parte di una buona parte del pubblico è legata ancora all'immagine di bische fumose, malavita e famiglie in rovina. Ma questa è solo l'immagine sbiadita che rimane impressa nella mente di qualcuno a cui non interessa capire la sostanza delle cose e si sofferma solo sulla errata forma. Niente di tutto questo. La sostanza ci dice che il poker alla stregua degli altri giochi è uno sport che coinvolge l'abilità, il ragionamento, la resistenza fisica e anche la fortuna. Come tutte le competizioni in cui gira del denaro chiaramente ha una componente economica, ma al giorno d'oggi domandiamoci quale sport non è legato a doppio filo al business? Inoltre i grandi eventi sportivi per caso non contribuiscono a creare ascolto nei media? E il pubblico che segue i media non si appassionerà al gioco del momento producendo un indotto per tutti coloro che sono interessati alla catena del valore economica? A parte questa digressione e la liceità di questi quesiti, quello che rimane oggi nella mente delle persone e di coloro che hanno seguito con i loro occhi le gesta al tavolo verde, è l'immagine di un gioco, uno sport come tutti gli altri e di un giovane che abbiamo incoraggiato e ci ha fatto emozionare proprio come fece Fabio Grosso ormai quattro anni fa nella finale Mondiale. Seduti al tavolo non vi erano biscazzieri, mafiosi o gente di malaffare, ma semplicemente dei ragazzi come noi impegnati a dare il massimo di loro stessi per raggiungere un traguardo, il titolo di campione del mondo e ovviamente il denaro messo in palio. E a tifare per loro c'erano familiari, amici, conoscenti proprio come la domenica allo stadio si incoraggia la squadra del cuore. Vorremmo che queste immagini rimangano impresse negli occhi dei tanti appassionati e di coloro che con scetticismo e sospetto guardano al poker ancora come un gioco d'azzardo.
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